Enogastronomia

Sardegna: terra di longevità, le blue zones

Hosteja, per strada verso Tiscali

Un certo Dan Buettner, esploratore e scrittore americano (collaboratore National Geographic), ha coniato un vero e proprio brand per indicare 5 zone del pianeta dove si vive più sani e più a lungo. Le Blue Zones appunto, zone blu: Sardegna, Isole Okinawa (Giappone), Penisola Nicoya (CostaRica), Loma Linda (California) e Isola di Ikaria (Grecia). I fattori comuni sono l’area di interesse di piccola estensione e il fatto di essere isolate, infatti 3 sono isole e una una penisola. Questo comporta aver custodito un DNA tipico degli abitanti, abitudini sociali ed alimentazione secondo le storiche tradizioni. Nel caso della Sardegna, si tratta di un’area circoscritta dell’Ogliastra, quasi un’isola nell’isola. Anche se i centenari, simbolo e chiave delle blue zones, si trovano in tutta la regione.

L’area ogliastrina è relativa ai territori di Villagrande Strisaili, Arzana, Talana, Baunei, Urzulei, Ulassai, Perdasdefogu e Seulo (Barbagia di Seulo).

Hosteja, ginepro sulle dune di porto pino

Hosteja, ginepro sulle dune di porto pino

Vita più lunga e sana

Per i sardi delle zone interne forse sono banalità, ma le indicazioni riportate nel libro sulle buone abitudini da seguire, per chi è costretto a vivere in città caotiche con abitudini disordinate e stress in aumento, un ripasso sulle buone regole elisir di lunga vita, sono certamente del tempo ben speso.

Essere isolati comporta essere lontani dal caos. La vita scorre più lenta, lontana dallo stress, la bassa concentrazione di individui comporta anche un’aria più salubre, sia per l’essere umano che per gli animali e la vegetazione. La longevità dunque dovuta a fattori genetici, ecco il DNA custodito negli abitanti, non condizionato dal passare del tempo perchè non modificato da abitudini e alimentazione.
L’alimentazione ha conservato i fattori salienti della tradizione sia nella coltivazione dei prodotti che nell’allevamento degli animali, che come l’uomo gode dell’ambiente tranquillo e sano. Dieta ricca di legumi e povera di carni rosse, oltre che il cibo della tradizione sarda e ogliastrina in particolare, formaggio, pane carasau o pistoccu, pasta fresca (culurgionis) e il tradizionale bicchiere di vino rosso ad ogni pasto.
Ma non solo. Il lavoro e le abitudini di ogni giorno, altro fattore ricorrente nelle blue zones sono le abitudini sociali. Piccole comunità che hanno preservato le abitudini di un tempo, dove la presenza degli anziani nei nuclei familiari è elemento di enorme ricchezza. Si tramandano le tradizioni e le sane abitudini di una volta. Elementi che qualificano le relazioni sociali, allontanano lo stress e altri fattori tipici nella quotidianità degli ambienti metropolitani.

Non possiamo non chiudere con le parole di un cantante/poeta non sardo ma ben voluto dai sardi e certamente con “nazionalità” onoraria, Fabrizio De Andrè che diceva della Sardegna:

La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso.

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